Così come non esistono due siti uguali, non esiste nemmeno una procedura standard per la loro traduzione. A seconda della tecnologia del sito e del modo scelto per pubblicare la versione in un'altra lingua, cambierà il modo di lavorare.
L'impiego di translation proxy è ancora tutto sommato limitato e benché esistano molti fornitori di tali servizi, è spesso difficile convincere i clienti della comodità di questi sistemi, i quali tuttavia hanno anche dei limiti. Al riguardo, consiglio la lettura di un nostro articolo di qualche tempo fa, ma ancora valido:
https://qabiria.com/guide-gratuite/item/451-tradurre-siti-web-con-i-translation-proxy
Il traduttore può ricevere o un pacchetto con i file XLIFF derivanti dagli articoli del sito da tradurre (come avviene ad esempio nel caso di traduzione di siti sviluppati in Wordpress e tradotti con WPML), oppure addirittura dei file Word o Excel con esportazioni più o meno automatiche dei contenuti.
In quasi vent'anni di carriera mi è capitato rarissimamente che il cliente mi desse accesso al backend del sito, a meno che il sito non disponesse di un'interfaccia/editor per tradurre.