Quando devi scegliere come rendere un termine, devi considerare la tipologia del testo e a chi è destinato. Uno stesso termine potrebbe essere reso in modo diverso se compare in un testo specializzato, destinato a esperti del settore, o in un testo non specializzato, come una rivista per un pubblico eterogeneo. Nel primo caso potresti usare l’anglicismo (se la lingua sorgente è l’inglese) e non aggiungere spiegazioni perché verrebbe comunque compreso. Nel secondo, caso, invece, è opportuno spiegarne il concetto.
Ricorda che la traduzione letterale va evitata e che quello che si traduce non è il termine, ma il concetto. Sul blog di Licia Corbolante trovi diversi post che spiegano l’approccio alla traduzione dei termini. Nel post Database terminologici trovi la differenza tra approccio semasiologico e onomasiologico, mentre in Patatine e triangolo semiotico e Brainstorming e formazione dei termini in L2 alcuni esempi.
La scelta di non tradurre il termine, o di aggiungere una spiegazione, dipende anche da quanto è integrato nella lingua di arrivo. Da una veloce ricerca in rete, non mi sembra che Criminal Investigation Division sia molto conosciuto ai parlanti italiani, al contrario di FBI che è registrato anche nel portale Treccani. Quindi, sempre tenendo conto di quanto spiegato sopra, potrebbe essere opportuno aggiungere una spiegazione, ad esempio: “La CDI, sigla di Criminal Investigation Division, sezione investigativa anticrimine…” (attenzione, però, all’articolo: se usi division, dovrai usare la, non il).
Come tradurre solicitor?
- Il testo si rivolge a esperti del sistema giuridico britannico? Puoi lasciare l’anglicismo e non esplicitarlo.
- Non sei sicura che il destinatario ne conosca il significato e, magari, nel testo compare anche barrister? Aggiungi una spiegazione o una nota a piè di pagina.
- Solicitor è utilizzato in un’opera letteraria e quindi sia l’autore sia il pubblico dell’opera originale hanno familiarità con il concetto? Valuta se puoi usare un termine generico come avvocato o legale, se questa scelta non influisce sulla narrazione e sulla comprensione del testo.
Ricorda anche che se hai dei dubbi puoi chiedere indicazioni al cliente o a chi ti ha commissionato la traduzione.
Infine, una curiosità. Nel suo libro La mia Londra, Simonetta Agnello Hornby parla della sua carriera di avvocato (solicitor, per l’esattezza) e spiega così la differenza tra barrister e solicitor ai lettori italiani:
«In Inghilterra esistono due tipi di avvocati, i barristers e i solicitors […]. I barristers, ovvero gli specialisti e i patrocinanti, che lavoravano negli Inns in studi associati chiamati chambers, costituivano storicamente l’aristocrazia dell’avvocatura e tra loro venivano scelti i giudici. Non potevano essere contattati direttamente, ma soltanto tramite i solicitors, avvocati socialmente inferiori che non avevano il diritto di patrocinare nei tribunali superiori e che non potevano essere nominati giudici. Il solicitor era un po’ come il medico di base […]».