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Il glossario più semplice è un file di testo (plain text) in cui il termine originale è separato dalla sua traduzione da una tabulazione e le varie coppie di termini sono separate fra loro da un ritorno a capo. Questo formato si può creare direttamente con il Bloc Notes o con qualsiasi editor di testo. Oppure si può creare con un foglio di calcolo (Microsoft Excel o LibreOffice Calc, per esempio), inserendo una colonna per ogni lingua e un'altra per eventuali commenti.

Tali glossari (bilingui e con una colonna con i commenti) possono poi essere importati (o usati così come sono) nei vari CAT tool, a seconda delle specifiche di ogni programma. Per esempio, OmegaT può leggere direttamente i file di testo (purché codificati UTF-8), ma anche quelli in formato TBX, che è lo standard dei repertori terminologici.

Usare il formato TBX ha vari vantaggi:

  • il glossario può essere multilingue;
  • il glossario può contenere altre informazioni oltre ai termini (vedi le specifiche del formato: http://www.ttt.org/oscarstandards/tbx/tbx_oscar.pdf)
  • non è necessario creare glossari separati a seconda della direzione. Per esempio, un file TBX con le unità in italiano, inglese e spagnolo, potrà essere usato nei progetti italiano-inglese, italiano-spagnolo, spagnolo-italiano, inglese-italiano, spagnolo-inglese e inglese-spagnolo;
  • essendo uno standard, un TBX si può usare in tutti i programmi che accettano gli standard, ovvero la stragrande maggioranza dei CAT tool e dei programmi di terminologia.
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Il primo passo per creare un glossario sembra così semplice e banale da non venire spesso preso in considerazione, ma è importantissimo per la sua buona riuscita: usare le risorse esistenti, per esempio una lista di prodotti, nomi o abbreviazioni fornita direttamente dall’azienda che può essere controllata, uniformata, implementata e arricchita.

Inoltre, è importante avere sempre ben presente il destinatario del glossario, per impostarlo nel modo corretto e porre l'accento sugli aspetti più rilevanti (che potrebbero essere le informazioni grammaticali o la descrizione dell'oggetto in questione).

Un consiglio per evitare che il progetto terminologico si sviluppi in maniera caotica e incontrollata è di concentrarsi su un solo prodotto (che può essere il prodotto di base o quello più usato) e una sola lingua per volta.

Inoltre, in un glossario ben fatto non dovrebbero mancare:

  • le espressioni specifiche dell'area in cui si sta lavorando;
  • le parole che necessitano di una spiegazione;
  • le forme abbreviate, gli slogan, le sigle e gli acronimi;
  • le liste dei titoli professionali;
  • gli indici e le tabelle dei contenuti;
  • tutto ciò che ha a che fare con l'azienda e la differenzia dalle altre;
  • tutto ciò che riguarda il prodotto e le espressioni che lo differenziano da quello della concorrenza.

Non si dovrebbero, invece, includere le espressioni tipiche usate dalla concorrenza, quelle fuori moda, poco usate o anacronistiche e i termini che non si usano più in seguito a dei cambiamenti avvenuti all’interno dell’azienda.

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